Il castello reale di Sarre, di antiche origini, è stato profondamente trasformato nel corso dei secoli, in particolare dalla seconda metà del XIX secolo quando divenne residenza dei Reali d’Italia che ne fecero la base per le proprie battute di caccia nella vicina Riserva Reale.
Il castello è attestato sin dal XII secolo. I Savoia lo infeudarono a più riprese a diverse famiglie nobili valdostane. Nel XVIII secolo venne acquistato dall’imprenditore Jean François Ferrod che operò costosi rifacimenti.
La residenza di caccia
Poco dopo l’unità d’Italia il maniero venne scelto dal re Vittorio Emanuele II come base per le sue battute di caccia in Valle d’Aosta. Venne perciò adeguato alla nuova destinazione con diversi interventi di ammodernamento.
L’allestimento attuale ne evidenzia sia l’utilizzo legato all’attività venatoria della corte sabauda sia la funzione residenziale. Ai piani superiori, alcuni locali conservano gli arredi originali di inizio ‘900 ed espongono ritratti dei reali eseguiti dagli artisti di corte oltre a svariate opere d’arte possedute dai Reali d’Italia.
Il corridoio e la sala delle corna
Le sale che suscitano maggiore curiosità e interesse sono senza dubbio il corridoio e il grande salone di rappresentanza, decorati interamente da trofei di caccia, secondo il gusto dell’epoca che oggi ci appare piuttosto macabro. Ci vollero 3.612 corna, prelevate da oltre mille stambecchi e quasi 800 camosci, per realizzare le decorazioni, creando con esse motivi ornamentali talora fantasiosi e d’effetto.
Questa sistemazione fu voluta da Umberto I che però non la vide mai terminata perchè nel frattempo morì assassinato per mano dell’anarchico Bresci nel 1900.
Nel grande salone il re e i suoi ospiti si intrattenevano giocando a billiardo, fumando e rievocando le imprese venatorie.
Le pareti dipinte sono un tripudio di simboli sabaudi, interessanti da decifrare.
Dalla Riserva di caccia al Parco Nazionale
Come detto, la storia recente del castello è legata alle cacce reali, pratica molto importante per le corti europee fino agli inizi del XX secolo, occasione di svago ma più ancora sfarzosa esibizione di potere e ricchezza.
Le cacce si svolgevano nella vicina Riserva Reale che occupava le valli attorno al Gran Paradiso, creata principalmente per salvare dall’estinzione lo stambecco, specie di cui rimanevano verso il 1820 meno di un centinaio di capi nei territori attorno a Cogne. L’istituzione della riserva permise di salvare la specie dall’estinzione. A partire da metà Ottocento iniziò l’attività venatoria.
Vittorio Emanuele II, appassionato cacciatore, lasciava volentieri la corte torinese per recarsi a caccia in queste montagne. Il castello di Sarre risultò in posizione ideale, vicino ad Aosta, dove si arrivava comodamente con la ferrovia, e a poche ore di cavallo dalle aree di caccia.
Le cacce reali costituivano un’importante occasione di reddito per queste poverissime vallate. L’esercizio della riserva creava infatti un utile indotto con la realizzazione di strade e capanni, l’ingaggio di battitori oltre ai guardiacaccia regolarmente stipendiati.
Dopo la fine del primo conflitto mondiale, il cambiamento delle abitudini dei sovrani portò la riserva a diventare il nucleo del primo parco naturale d’Italia, il Parco nazionale del Gran Paradiso.
Residenza di vacanza nel Novecento
A partire dagli anni Trenta del secolo scorso, il castello di Sarre diventò la residenza prediletta dei principi Umberto di Savoia e Maria Josè del Belgio per le vacanze estive insieme ai figlioletti. Rimase residenza sabauda fino all’esilio dei Reali.
Il castello è accessibile ai disabili con carrozzina. Visitate la nostra pagina sul turismo accessibile.
I Savoia avevano in Valle d’Aosta un’altra residenza, Castel Savoia di Gressoney, luogo prediletto per le vacanze estive della Regina Margherita.
Visite guidate
Il castello di Sarre, sebbene di antiche origini, ha assunto l’aspetto di una residenza di inizio Novecento, pertanto si presta a essere complementare alla visita di altri castelli valdostani, di aspetto ancora medievale.
La visita guidata permette di ripercorrere la sua funzione di residenza di caccia e, successivamente, di luogo di vacanza, ripercorrendo gli ultimi secoli di storia della nostra regione e dell’Italia più in generale.
Una visita con una guida turistica vi farà ripercorrere tutte queste tappe, mescolando la storia patria con le vicende personali dei Savoia e della loro attività in Valle d’Aosta.
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A poca distanza da Sarre si possono osservare, almeno esternamente, numerosi castelli, raggiungibili con un breve giro in auto: Aymavilles, Saint-Pierre, Sarriod de la Tour, Chatel Argent, La Mothe (Arvier), Avise, Saint-Pierre. Una guida turistica vi potrà far conoscere e apprezzare questa eccezionale concentrazione di storia e di arte.