Cogne, cuore del Parco nazionale del Gran Paradiso

Cogne è la località più nota nel Parco del Gran Paradiso

Cogne è indubbiamente una fra le più belle località di tutto l’arco alpino. La valle conserva ambienti di grande fascino, in buona parte all’interno del Parco nazionale del Gran Paradiso, popolati da una ricca fauna alpina. La destra orografica della valle ospita una grande varietà di specie vegetali tra cui alcune delle rarità floristiche della regione.

Cogne, la fontana di ferro del dottor GrappeinAnche l’ambiente antropizzato è di grande interesse, i cogneins hanno saputo preservare gli abitati da un eccessivo sviluppo edilizio e così i villaggi conservano tuttora le caratteristiche di un tempo, con abitazioni tradizionali sapientemente ristrutturate. Attenta a uno sviluppo turistico sostenibile, Cogne è inserita nel circuito Alpine Pearls / Perle alpine.

Il paese di Cogne

Cogne è un vasto comune composto da numerosi villaggi. Il capoluogo è formato dalla fusione di due villaggi, Veulla e Sonveulla, che si sviluppano attorno al grande prato di Sant’Orso, area verde naturale che i cogneins hanno saggiamente saputo preservare dallo sviluppo urbanistico.

La cartolina più caratteristica di Cogne, che sintetizza la storia e il paesaggio di questo comune, è sicuramente la veduta con la storica fontana di ferro, fatta realizzare dal dott. César Emmanuel Grappein nel 1809, con il prato di San’Orso alle spalle e lo sfondo delle cime e dei ghiacciai alla testata della Valnontey.

A Cogne non si può mancare una visita alla Cooperativa Dentellières di Cogne (di fronte alla chiesa) dove le merlettaie (spesso nel caratteristico costume locale) realizzano i tradizionali pizzi al tombolo, secondo una tecnica plurisecolare. Nella stessa sede anche un’esposizione di merletti e la possibilità di acquisto diretto.

Interessante anche Maison Gérard Dayné, una complessa abitazione risalente al XVII secolo, diventata oggi un ricco museo etnografico che permette di sperimentare e comprendere la vita fra queste montagne fino a un passato non molto lontano.

Il Parco nazionale del Gran Paradiso

Dire Cogne è dire Parco. Oltre la metà del Parco nazionale del Gran Paradiso è in Valle d’Aosta. E’ il più antico parco naturale d’Italia e dal 1922 assicura la conservazione di ambienti naturali unici e di una preziosa biodiversità. Qui e nella vicina Valsavarenche c’è la maggiore densità di stambecchi e camosci di tutte le Alpi, dove sono frequenti incontri ravvicinati con questi stupendi animali selvatici, più difficili da osservare altrove.

Lo stambecco, icona del Parco Nazionale del Gran Paradiso

Il Parco del Gran Paradiso festeggia quest’anno il Centenario della fondazione, venne infatti istituito il 3 dicembre 1922, divenendo il primo Parco naturale d’Italia.

La storia del Parco è strettamente legata alla protezione dello stambecco. Questo animale, un tempo presente su tutto l’arco alpino, all’inizio del XIX secolo era ormai quasi estinto: sopravvivevano solo poche decine di esemplari nelle valli attorno a Cogne. Per salvaguardare la specie vennero allora emesse delle Regie Patenti che ne vietavano la caccia. Nel 1856 il Re Vittorio Emanuele II istituì la Riserva Reale di caccia che, con alterne vicende, permise di salvare lo stambecco dall’estinzione. Per facilitare la pratica della caccia, il re, appassionato cacciatore, fece costruire una rete di agevoli mulattiere e sentieri ancora oggi in gran parte praticabile. Fece inoltre realizzare una serie di casotti di caccia, oltre ad acquistare il castello di Sarre per trasformarlo nella base per le sue frequenti incursioni venatorie in Valle d’Aosta.
Il 3 dicembre 1922, sui territori della Regia Riserva di caccia, viene istituito il Parco Nazionale del Gran Paradiso, primo Parco naturale d’Italia.

Le miniere

Benché alcuni autori ritengano possibile uno sfruttamento dei giacimenti di Cogne già in epoca romana, i primi documenti che attestano la presenza di attività estrattive sono medievali (1150 e 1421) e sono riferiti a miniere di argento nella Valleille. Lo sfruttamento minerario a Il gruppo del Gran Paradiso visto dai ruderi delle installazioni minerarie di Colonna, CogneCogne e in tutta la Valle d’Aosta prende slancio nel ‘600-‘700 in concomitanza con le numerose guerre che interessarono gli stati sabaudi e la conseguente accresciuta necessità di metalli per gli armamenti. A Cogne, antico feudo vescovile, dal 1640 inizia una causa fra il vescovo di Aosta e la comunità locale per il diritto di sfruttamento dei giacimenti di magnetite. Lo sviluppo della metallurgia ha un nuovo impulso con l’arrivo del bergamasco Carlo Mutta, originario della Val Brembana. La sua famiglia, così come i fonditori Gervasone, avvieranno lo sfruttamento di miniere in molte località della regione. Nella prima metà dell’Ottocento è determinante l’azione del medico César Emmanuel Grappein, laureato in medicina a Torino nel 1804 e per diversi anni sindaco del paese. Egli fa realizzare una strada efficiente per il trasporto del materiale e organizza lo sfruttamento del filone da parte della popolazione locale. Nel 1898 la miniera di Cogne, abbandonata da decenni, viene acquistata dal belga Alfred Theys. Nel 1907 nasce la Società anonima Miniere di Cogne che avvia delle ricerche geologiche e realizza le teleferiche per il trasporto a valle del minerale. Nel 1917 la società viene acquistata dall’Ansaldo che realizza la galleria sotto il Drink per consentire il trasporto della magnetite su rotaia fino a monte di Aosta. Nel 1927 viene fondata la Società Anonima Nazionale Cogne che vede la partecipazione dello Stato. A dirigere lo sfruttamento industriale delle miniere è Franz Elter che introduce moderne tecniche di coltivazione. Nei primi anni trenta la Cogne diventa una “azienda speciale” dello stato fascista e ottiene importanti commesse per la fornitura di materiale bellico. L’azienda, che integrava la miniera di Cogne, quella di antracite di La Thuile e l’acciaieria di Aosta, arriva ad avere circa 10.000 addetti alla fine della guerra.  Elter, attivo nella guerra di Liberazione, viene nominato commissario straordinario. Dagli anni ’50 la Società Cogne perde competitività e fette di mercato. Nel 1959 vengono abbandonate le gallerie superiori di Colonna e Liconi e l’ingresso viene spostato più in basso, a Costa del Pino, 2.027 m. I minatori vengono alloggiati in un nuovo villaggio, realizzato a monte del paese. Nel 1966 viene abbandonata la miniera di La Thuile e nel 1979 viene infine chiusa anche la miniera di Cogne.

Recentemente è stato inaugurato nel Villaggio dei minatori un Museo delle miniere e vengono organizzate delle visite guidate all’interno delle gallerie.

La flora

La Valle di Cogne è un’autentica Mecca per gli appassionati di botanica. E’ infatti la zona floristicamente più ricca di specie e di rarità botaniche della regione e un’area fra le più importanti delle Alpi occidentali. Paradossalmente gli ambienti più interessanti sono al di fuori del Parco del Gran Paradiso, nei versanti sulla destra orografica della Grand Eyvia. Qui substrati di calcescisti e ofioliti producono un habitat favorevole per ospitare una preziosa biodiversità, con numerose entità rare come l’Aethionema thomasianum, l’Astragalus alopecurus, l’Androsace septentrionalis, la Matthiola vallesiaca, la Saxifraga diapensoides, la Campanula alpestris, solo per citare alcune fra le specie più ricercate.

Paradisia

In Valnontey, a 1.700 m di altitudine, è visitabile in estate il giardino alpino Paradisia, in attività dal 1955. Il terreno movimentato e la quota, adatta ad ospitare sia piante del piano alpino sia di quello montano, permettono di ricreare ambienti diversi. Attualmente vengono coltivate circa 1.500 specie alpine, provenienti anche da altri massicci montuosi del mondo. E’ un’opportunità unica per ammirare tantissimi fiori dalle forme più svariate, in un’infinità di colori e sfumature, e osservare gli adattamenti al selettivo ambiente di montagna. Oltre ai vegetali superiori, un apposito percorso permette di riconoscere i numerosi licheni che colonizzano le rocce dell’area.

Stambecco e orchideePer avvicinarsi ai temi dell’ambiente alpino e conoscere i diversi aspetti del Parco, anche in una giornata di maltempo, è possibile visitare il Centro Visitatori del Parco del Gran Paradiso. Il Centro, realizzato all’interno dello storico villaggio dei minatori, è indirizzato ad un pubblico eterogeneo, ciascuno può infatti personalizzare il proprio percorso di visita.

Escursioni

Dal capoluogo la valle si ramifica in più valloni, ciascuno con caratteristiche diverse, tutti da esplorare.

Gli itinerari escursionistici nella zona sono tantissimi, per tutti i gusti e di tutte le difficoltà. Tralasciando gli itinerari alpinistici – classiche vie di roccia e di ghiaccio che raggiungono vette di 3000/4000 m – ci sono piacevoli escursioni in tutte le valli, ben segnalate sul terreno e indicate su cartine che si possono richiedere all’ufficio informazioni.

I sentieri più gettonati sono quelli che conducono al rifugio Vittorio Sella, ai casolari dell’Herbetet o al lago Loie, ma anche il vallone di Bardoney, la Valleye, i casolari del Nomenon o il vallone del Trajo offrono la possibilità di osservare tantissimi camosci, stambecchi e marmotte. Meno frequentato il versante sulla destra orografica, tra cui il selvaggio vallone di Grauson ed i laghi di Lussert, zone meno popolate da grandi ungulati ma più interessanti dal punto di vista botanico.

Giustamente famose sono le cascate di Lillaz: tre salti d’acqua davvero spettacolari, a 15′ di comodo cammino dalla frazione di Lillaz. A inizio estate, quando c’è più acqua, la cascata più a valle forma un’alta colonna d’acqua che origina spruzzi rinfrescanti ed arcobaleni. Un sentiero gradinato consente di salire fino alla cascata più a monte, offrendo scorci vertiginosi sui salti d’acqua e sulla stretta forra scavata dal torrente Urtier.

Il terzo salto delle famose cascate di Lillaz, CogneLungo la strada per giungere alle cascate, è stato realizzato un percorso geologico con grossi blocchi di pietra che rappresentano le diverse rocce della valle e ci raccontano milioni di anni di storia terrestre.

Molto interessante, sia dal punto di vista paesaggistico e naturalistico, sia da quello storico-etnografico, è l’itinerario che porta alle miniere di magnetite e agli impianti minerari di Colonna. Il percorso è piuttosto impegnativo, riservato ad escursionisti con un minimo di esperienza e di allenamento, ma molto remunerativo: panoramico e in una zona tra le più interessanti della Valle d’Aosta dal punto di vista botanico. Sono visibili i resti delle antiche coltivazioni del minerale di ferro a Liconi e, soprattutto, i grandiosi ruderi delle installazioni di Colonna (2.400 m), autentica cittadina di alta quota (con tanto di cappella e di cinema) che ospitava i minatori che lavoravano e vivevano lassù più giorni senza scendere in paese.

In inverno Cogne è la patria dello sci di fondo con piste splendide, di varia lunghezza e difficoltà, sempre ben battute e segnalate, che penetrano all’interno del Parco. In estate gli stessi percorsi sono adatti alla mountain bike o alle biciclette a pedalata assistita.

Numerosi anche gli itinerari per le ciaspole, ben segnalati, per esplorare l’ambiente alpino sotto la neve e leggere le tante tracce degli animali selvatici.

Camoscio in inverno

Sistemazioni

Cogne ha puntato sul turismo dolce e sostenibile e offre numerose sistemazioni di ottimo livello, con hotel, B&B e chambres d’hotes di grande charme ed eccellenti ristoranti per gustare le specialità locali e il meglio dell’enogastronomia valdostana.

La località è attrezzata per accogliere i camper e molto frequentata dai camperisti in tutte le stagioni. Ci sono inoltre campeggi a Lillaz e a Valnontey.

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