La Val d'Ayas, villaggi, miniere e castelli ai piedi del Monte Rosa

Un'ampia valle laterale, di grande bellezza paesistica e con un ricco patrimonio etnografico

La Val d’Ayas si estende dai 350 m di Verrès, paese del fondovalle, fino ai 4.527 m del Lyskamm orientale, vetta del massiccio del Monte Rosa. Tutta la valle è attraversata dal torrente Evançon che alimenta diverse centrali idroelettriche.

villaggio tradizionale in Val d'Ayas. Sullo sfondo il Monte Rosa

Plasmata dagli immensi ghiacciai che scendevano dal Monte Rosa, la valle di Ayas è disseminata di villaggi adagiati su dolci pendii ben esposti, adatti alle coltivazioni. Nell’economia della valle è stato molto importante in passato lo sfruttamento minerario con miniere d’oro e con l’estrazione e la lavorazione della pietra ollare.

Il Colle di Cime Bianche mette in comunicazione la vallata con la conca del Breuil e poi, attraverso il Colle del Teodulo, con il Vallese. Questo tracciato fu per secoli un’importante via commerciale fra i due versanti delle Alpi.

Verrès

Verrès è un comune di fondo valle che conobbe un forte sviluppo industriale a partire dal XIX secolo. E’ noto per il suo importante castello dalla imponente struttura perfettamente geometrica, eretto alla fine del XIV secolo dal potente Ibleto di Challant. Il castello è anche sede del sentito carnevale storico che rievoca un episodio legato alla guerra di successione seguita alla morte del conte Francesco senza discendenti maschi e le conseguenti contese fra la figlia Caterina di Challand e gli altri rami della famiglia.

Challand-Saint-Victor

E’ il primo comune che si incontra risalendo la valle, sulla cresta che sovrasta il capoluogo si riconoscono i suggestivi ruderi dell’antico castello che diede il nome alla più potente famiglia nobile della regione: gli Challant.

Il territorio di Challand-Saint-Victor comprende la Riserva naturale del Lago di Villa, caratteristica area umida immersa in un ambiente arido. E’ una delle principali zone di riproduzione del rospo di tutta la regione e l’unico sito valdostano in cui crescono le ninfee.

Dal parcheggio all’ingresso dell’area protetta parte un bel sentiero che in circa un’ora sale al Col d’Arlaz, quasi interamente in un bosco di castagni e pino silvestre, con alcuni bei punti panoramici. Il tracciato è reso più piacevole dalle suggestive installazioni artistiche di Challand Art. Questo tratto di sentiero fa parte del Cammino Balteo.

Achab, una delle installazioni artistiche del sentiero Challand Art

Spettacolare la cascata di Isollaz, lungo il torrente Evançon, dove si scorgono anche le strutture di un’antica miniera.

cascata di Isollaz, Val d'Ayas

Poco più a monte si possono ammirare due ponti in pietra, a schiena d’asino, noti come “ponti romani di Verval” sebbene siano seicenteschi.

Challand-Saint-Anselme

Sul territorio di Challand si trovano i resti di antiche miniere d’oro, le miniere di Béchaz, esplorabili con un comodo percorso ad anello, suggestivo e panoramico. Attenzione: alcune gallerie sono accessibili ma pericolose.

Il centro della regione ha un clima marcatamente arido, per questo motivo vennero realizzati, a partire dal Medioevo, numerosi canali irrigui, chiamati “ru”, tuttora utilizzati. Sul territorio del comune si trovano due ru importanti: il Ru Herbal e il  Ru d’Arlaz che, attraverso il Col d’Arlaz porta l’acqua in comune di Montjovet. Il tracciato del canale è costeggiato da una strada sterrata che costituisce uno splendido percorso per la mountain bike.

Brusson

A monte di Challant, la valle è sbarrata da un castello che si erge su un’altura rocciosa al centro della valle, è il suggestivo castello di Graines.

castello di Graines in Val d'Ayas

Graines è un castello di aspetto primitivo, con un alto mastio, una cappella romanica dedicata a San Martino e alcuni edifici residenziali e accessori racchiusi in una cinta muraria che racchiude la sommità di un’altura inespugnabile. Appartenuto alla famiglia Challant, venne ulteriormente fortificato nel ‘400 nel corso della guerra di successione seguita alla morte del conte Francesco senza eredi maschi. I ruderi sono di grande effetto e si raggiungono con una passeggiata di 10 minuti. Contattate una guida turistica per una visita guidata.

A Brusson ci sono belle piste per il fondo, adatte per principianti ed esperti, servite da un Foyer de fond dotato di tutti i servizi. Nella stessa area, in estate, c’è un parco giochi a fianco di un laghetto di color turchese.

Dal capoluogo, una deviazione permette di salire verso la frazione Estoul dove ci sono altre piste di fondo e alcuni impianti per la discesa. Da Estoul si risale l’ampia conca di Palasinaz, disseminata di bei laghi, una zona di grande fascino naturalistico, adatta a piacevoli escursioni accessibili a tutti.

Paolo Cognetti e Le otto montagne

Vive a Estoul lo scrittore Paolo Cognetti, vincitore del premio Strega 2017 con il libro Le otto montagne, recentemente trasposto per il cinema. Il film, diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, è fedelmente ambientato in Val d’Ayas. Il villaggio di Grana, dove abitano i protagonisti del libro, Bruno e Pietro, è la piccola frazione di Graines, poco a monte dell’omonimo castello, dove la vecchia scuola di villaggio è diventata una delle location del film. Un’altra ambientazione del film, interpretato da Luca Marinelli e Alessandro Borghi, sono i Laghi di Frudière, alla testata del vallone che risale da Graines, poco sotto lo spartiacque con la valle di Gressoney. La baita, elemento centrale del libro e della pellicola, è invece stata ricostruita nella vicina conca di Palasinaz.

Ripercorrete le location del film Le otto montagne con una guida escursionistica naturalistica.

Lago Litteran, nella conca di Palasinaz in Val d'Ayas

Sulla strada che sale da Brusson a Estoul si incontra il sentiero che, in 15′-20′, porta alla miniera d’oro di Chamousira. E’ una miniera attrezzata per visite guidate in sicurezza. La miniera di Chamousira, entrata in attività solo nel 1899, fu nei primi anni del XX secolo la miniera d’oro più produttiva al mondo! Sfruttava il filone aurifero di Fenilliaz ed era articolata su sette livelli con uno sviluppo interno di oltre 1.500 m. Il minerale estratto veniva trasportato attraverso gallerie, discenderie e una teleferica fino alla laveria di Ponteille. Per la visita è necessario prenotarsi. Vestitevi bene perché ci sono correnti d’aria molto fredde anche in estate.

Miniera d'oro di Chamousira in Val d'Ayas

Da Brusson si può rientrare a Saint-Vincent attraverso il Col de Joux, dove ci sono splendidi boschi e una vista panoramica che abbraccia la valle centrale fino al Monte Bianco.

Ayas

L’alta valle di Ayas è punteggiata da numerosi villaggi che conservano splendidi esempi di architettura rurale, con edifici risalenti anche al XV secolo. Antagnod, Magneaz, Lignod sono abitati tradizionali, circondati da prati e coltivazioni, da cui si gode una vista impareggiabile sui ghiacciai e le cime del Monte Rosa. Antagnod ha un’antica chiesa parrocchiale con un imponente altare ligneo, capolavoro del barocco, opera di scultori e intagliatori valsesiani.

Tra le attività artigianali più tipiche di Ayas vi è la produzione di sabot, i tipici zoccoli in legno che ancora molti valligiani calzano, specie in inverno.

Lavorazione dei sabot, i tipici zoccoli in legno della Val d'Ayas

Il versante sulla destra orografica della valle è attraversato dal Ru Courtoud, il più lungo dei canali irrigui valdostani, terminato all’inizio del ‘400, che pesca le acque provenienti dai ghiacciai del Monte Rosa nel vallone del Courtoud per portarle, con 30 km di canalizzazioni, attraverso il Col de Joux, nei comuni di Saint-Vincent e Emarèse. Anche questo canale può essere percorso lungo un comodo itinerario con pendenze minime, a piedi, in mountain bike o e-bike.

L’alta Val d’Ayas ha belle piste per lo sci alpino, inserite nel vasto comprensorio MonterosaSki che unisce Ayas, Gressoney e Alagna. Lo sviluppo del turismo invernale ha portato a una crescita del paese di Champoluc, divenuta oggi la località più importante della vallata, base di partenza degli impianti del Crest.

Da Champoluc si diparte il vallone di Mascognaz, splendido vallone alpino con un villaggio eccezionalmente ben conservato e trasformato in lussuoso resort turistico. Si tratta di una meta accessibile con una facile escursione che consigliamo a tutti.

L’alta valle di Ayas è stata in passato una enclave Walser, chiamata infatti Canton des Allemands, che mostra ancora le caratteristiche architetture Walser. Da Saint-Jacques a Cunéaz, diversi piccoli abitati conservano i tipici stadel in legno.

La strada carrozzabile della Val d’Ayas si arresta alla frazione di Saint-Jacques, da qui si prosegue a piedi per raggiungere i ghiacciai e le vette del Monte Rosa. Una bella mulattiera conduce ai Piani di Verra e al famoso lago blu passando a Fiery dove c’era il panoramico Albergo Bellavista, fra i primi hotel della regione, frequentato a inizio Novecento dall’alta borghesia.

I Piani di Verra in Val d'Ayas

Proseguendo ancora si raggiunge il rifugio Mezzalama, base per belle ascensioni alpinistiche sui 4000 del Monte Rosa: il Polluce, il Castore, i Lyskamm e i Breithorn, vette prestigiose e accessibili lungo le vie normali da alpinisti esperti e attrezzati. Per le salite alpinistiche rivolgetevi alle guide alpine di Ayas.

A fianco del vallone di Verra incontriamo il magnifico vallone di Cime Bianche (o del Courtoud) che mette in comunicazione Ayas con la conca di Breuil-Cervinia e da qui, attraverso il Colle del Teodulo, con Zermatt e la Svizzera. E’ una valle senza strade carrozzabili nè infrastrutture turistiche, di grande fascino e interesse naturalistico, in particolare per gli aspetti geologici, permette infatti di riconoscere diversi aspetti dell’orogenesi alpina. La valle era attraversata da una mulattiera che fu per secoli un’importante via di comunicazione diretta e alternativa al Gran San Bernardo per mettere in comunicazione l’Italia nord occidentale col Vallese. Interessanti anche le testimonianze della secolare lavorazione della pietra ollare, in parte lavorata in loco, in parte a Saint-Jacques, manufatti che furono a lungo la principale voce di esportazione della Valle d’Aosta.

Il vallone di Cime Bianche

Il vallone di Cime Bianche è interessato da un distruttivo progetto di costruzione di impianti a fune che snaturerebbero irreparabilmente questo vallone che conserva ancora il suo aspetto tradizionale e che potrà costituire in futuro un elemento di attrazione per coloro che ricercano la montagna autentica. Video sulla geologia del Vallone di Cime BiancheMaggiori informazioni

Contattateci per una visita guidata in Val d’Ayas, sia per escursioni alla scoperta delle sue numerose bellezze naturalistiche, per escursioni fino ai ghiacciai del Monte Rosa, sia per più tranquille giornate a spasso fra villaggi, castelli e miniere.