Antiche tradizioni animano i carnevali della Valle del Gran San Bernardo

Il carnevale più originale della nostra regione è certamente quello della valle del Gran San Bernardo, detta “Coumba freida” per la sua nomea di zona gelida.

Il carnevale è una ricorrenza ancora radicata in molti comuni della Valle d’Aosta, dove rappresenta tuttora un momento di aggregazione sociale oltre che di divertimento.

Alcune tradizioni sono comuni ad altre zone di montagna e discendono da arcaici riti propiziatori legati alla fine dell’inverno e all’arrivo della primavera.

landzette maschere carnevale Gran San BernardoLa prima notizia documentata del carnevale riguarda Bosses e risale al 1467. I costumi sono molto caratteristici e risentono della forte impressione che il passaggio dei 40.000 soldati al seguito di Napoleone – nel maggio del 1800 – ebbe sulla popolazione locale.  Le landzette – i personaggi tipici di questi carnevali – indossano infatti costumi colorati e cappelli che ricordano le uniformi napoleoniche. Questi abiti costosi, confezionati interamente a mano, sono adorni di perline e paillettes (fino a 30.000 per costume) e di specchietti che riflettono la luce e allontanano le forze maligne. Il volto delle landzette è coperto da una maschera (vesadjie) un tempo di legno, oggi solitamente di plastica; in mano tengono una coda di cavallo e in vita hanno una cintura munita di un campanello. Questi ultimi elementi vengono interpretati dagli antropologi come strumenti simbolici per scacciare gli spiriti avversi. Quasi tutti i comuni della vallata, con varianti più o meno importanti, hanno consuetudini simili. Gli ultimi giorni di carnevale si svolgono delle sfilate ufficiali, ma già nelle settimane precedenti, piccoli gruppi mascherati (patoille) fanno visita alle famiglie delle diverse frazioni dove vengono accolti festosamente per bere, mangiare, cantare e scherzare.

una landzette, la caratteristica maschera della Valle del Gran San Bernardo A Saint-Rhémy-en-Bosses la sfilata si svolge con un corteo rigidamente codificato da lungo tempo, anche se alcuni elementi sono di introduzione piuttosto recente. Il corteo è aperto da Napoleone – talvolta anche a cavallo – ma è un personaggio apparso solo negli ultimi anni. Viene quindi la guida che porta una bandiera e dirige la sfilata con la sua cornetta. Seguono poi alcuni suonatori che precedono il diavolo che indossa un corto mantello rosso bordato di bianco. Ha un aspetto spaventoso e col suo forcone stuzzica le persone. Seguono, a coppie, personaggi amabili: arlecchini e signorine. Vengono poi i colori, prima i neri (che simboleggiano l’inverno) seguiti dai bianchi (la bella stagione) e in vario ordine tutti gli altri. In fondo al gruppo il matto e la matta, due anziani straccioni in abito da sposi, secondo il tipico rovesciamento di ruoli del carnevale. I due procedono litigando di continuo. Lui fa scherzi agli uomini e alza la gonna delle donne, causando la gelosa reazione della moglie che lo batte col bastone. Arrivano infine l’orso – che simboleggia la natura e la fecondità – e il suo domatore che lo tiene al guinzaglio. L’orso è molto dispettoso, insegue le persone e si tuffa con loro nella neve. Di più recente apparizione sono il medico, l’infermiere e il parroco che chiudono la Mascarade.

Chi non può assistere al carnevale, può visitare la Mèizoùn di Carnaval de la Coumba Frèida, museo dedicato al Carnevale della Valle del Gran San Bernardo. Il museo si trova nel comune di Allein, in frazione Ayez, all’interno di una pregevole costruzione del XV secolo.

Interessanti anche i carnevali storici caratteristici soprattutto della bassa valle, dove vengono rievocati alcuni avvenimenti storici.