Il comune di Saint-Marcel, ingiustamente poco frequentato dai turisti, possiede grandi bellezze naturali e un ricco patrimonio storico ed etnografico. I numerosi villaggi della “collina”, sono collegati da una splendida mulattiera lastricata che attraversa castagneti secolari. I villaggi, in particolare gli abitati di Enchasaz, Plout e Seissogne, conservano pregevoli testimonianze di architettura rurale, con abitazioni in pietra, mulini e granai, alcuni dei quali risalenti al XV secolo.
Poco conosciuto è il castello di Saint-Marcel, nei pressi della frazione Surpian. E’ un castello monoblocco con due torri cilindriche pensili e una torre scalare quadrata. Edificato nel Trecento dalla famiglia Challant, si trova lungo la via del commercio delle macine. Dopo anni di abbandono è stato parzialmente restaurato e sono previsti impieghi a scopo culturale e turistico per una sua valorizzazione.
La parte alta del comune è occupata da una valle alpina molto bella e selvaggia, inserita nell’Azienda faunistica venatoria Grand Avert (nota come Riserva Turati), che conta oltre 800 camosci e circa 300 stambecchi su 4.000 ettari di superficie [Fonte: Saint-Marcel, une commune, une historire, 2015]. Ricca anche la flora che annovera specie poco comuni come la Linnea borealis e la Clematis alpina, o il meno raro ma appariscente Lilium martagon.
Di notevole interesse sono i resti delle miniere abbandonate di pirite e calcopirite (da cui si estraeva il rame) a Chuc e Servette e di quella di manganese a Praborna.
Le miniere di Servette sono state oggetto negli ultimi anni di un importante intervento di recupero che ne permette oggi la visita in sicurezza. I resti delle antiche strutture, benché degradate, sono molto suggestive. Gli elementi di archeologia industriale sono numerosi: gallerie, forni, depositi di scorie, teleferiche, polveriere, baracche dei minatori.
In zona si trovano anche altri luoghi interessanti tra cui arcaiche cave di pietra (cloritoscisto granatifero) dalle quali si ricavavano macine per mulini, utilizzate già in epoca altomedievale ed esportate per secoli in pianura padana, fino all’Adriatico. La sede del municipio ospita anche un interessante Centro di documentazione sulle miniere e le macine. [Altre importanti cave di macine in cloritoscisto granatifero si trovano a Valmeriana, comune di Pontey].
Nei pressi delle miniere di Chuc si trovano le suggestive acque verdi, un curioso corso d’acqua contenente un composto di rame (woodwardite) che ha ricoperto di una patina turchese le pietre e la sabbia del fondo, conferendogli un aspetto davvero singolare.
Il vallone di Saint-Marcel è una zona assolutamente solitaria, dove anche in alta stagione si incrociano poche persone. E’ perciò una destinazioni privilegiata per chi ricerca il contatto con la natura o per chi desidera zone appartate e tranquille dove passeggiare in sicurezza. Qui altre proposte per itinerari facilmente accessibili, in ambienti selvaggi e poco frequentati.
Parte del territorio lungo il corso della Dora conserva ancora una porzione del bosco di ripa e delle aree umide che caratterizzavano un tempo tutto il fondo valle ai bordi della Dora Baltea, interessato in passato da frequenti esondazioni del fiume. Oggi questo ambiente ormai raro è tutelato dalla Riserva naturale Les Iles dove si possono incontrare laghetti, boschi di latifoglie, numerosi fiori e uccelli acquatici stanziali e di passo. Un facile tracciato, segnalato e battuto, con alcuni capanni per l’osservazione di germani, folaghe e altri uccelli, può essere percorso a piedi o in bicicletta.
Il comune è attraversato dalla Via del prosciutto di Saint-Marcel, un itinerario a tappe che dal fondo valle arriva fino alle miniere, con tappe in cui è possibile degustare il prosciutto crudo prodotto dall’azienda locale La Valdotaine. Fare tappa nelle merenderie distribuite lungo questo itinerario è una piacevole occasione per scoprire alcuni prodotti tipici della nostra regione.
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